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L'INDUSTRIA 4.0 E L'IMPATTO SULLA FORZA LAVORO

22
Mar - 2018
L'INDUSTRIA 4.0 E L'IMPATTO SULLA FORZA LAVORO
L'industria 4.0 scaturisce dalla quarta rivoluzione industriale, il processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. Saranno 3 le direttrici di questo sviluppo: la prima riguarda la raccolta e l'utilizzo dei dati per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione. La seconda è quella degli analytics: una volta raccolti i dati bisogna ricavarne valore. Oggi solo l'1% dei dati viene utilizzato e analizzato dalle aziende che potrebbero invece trarne un grande vantaggio dalla raccolta dei dati ottenuti. La terza direttrice di sviluppo è l'interazione tra l'uomo e la macchina, con l'obiettivo di razionalizzare i costi e ottimizzare le prestazioni. Finora le rivoluzioni industriali sono state 3: nel 1784 la nascita della macchina a vapore permetteva lo sfruttamento della potenza dell'acqua per la meccanizzazione della produzione. Nel 1870 con l'avvio della produzione di massa attraverso l'uso sempre più diffuso dell'elettricità, l'avvento del motore  a scoppio e l'utilizzo del petrolio come fonte di energia. Nel 1970 con la nascita dell'informatica, dalla quale scaturisce l'era digitale destinata ad incrementare i livelli di automazione. La data della quarta rivoluzione industriale non è stata ancora stabilita; quello che è emerso è che i fattori tecnologici e demografici influenzeranno profondamente l'evoluzione del lavoro. Alcuni tra questi come la tecnologia in cloud e la flessibilità del lavoro stanno già influenzando le dinamiche e lo faranno soprattutto nei prossimi 2-3 anni. L'effetto sarà la creazione di 2 milioni di posti di lavoro, ma contemporaneamente ne spariranno 7 milioni, con un saldo negativo di 5 milioni. Le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione. Queste perdite saranno compensate parzialmente dall'area finanziaria, il management, l'informatica e l'ingegneria. Un rapporto di recente pubblicato dalla Commissione lavoro del Senato evidenzia una quota del 10% di lavoratori che rischiano di essere sostituiti dai robot, mentre il 44% dovrà modificare le sue competenze. Cambiando di conseguenza le competenze e le abilità, diventano fondamentali il pensiero critico e la creatività nel lavoro apportato all'interno dell'azienda. Alessandro Perego Direttore Scientifico degli Osservatori di Digital Innovation del Politecnico di Milano dichiara che nel breve termine si possono prevedere saldi occupazionali negativi, nel medio lungo termine non è certa una contrazione degli occupati in numero assoluto. Il nostro paese deve però saper cogliere i benefici della quarta rivoluzione industriale attuando iniziative sistematiche e fornendo ai lavoratori competenze digitali per le mansioni del futuro. Lavorare nell'industria 4.0 non significa essere sostituiti dalla robotica, si tratta solo di aggiornare le competenze, bisogna cercare ed inserire persone connesse, ossia professionisti e lavoratori capaci di muoversi all'interno dei nuovi sistemi. Diventa pertanto necessaria una flessibilità delle norme e dei comportamenti che regolano il mondo del lavoro, che sino ad ora ha disciplinato il lavoratore secondo schemi rigidi, quasi prestampati. Creare autonomia ed elasticità nelle diverse mansioni all'interno dell'area aziendale, formare e specializzare l'individuo affinchè possa essere ''riciclato'' nel processo industriale. Queste le innovazioni urgenti e necessarie per le aziende che guardano al futuro!